Ammanettato al piacere
Era uno dei soliti pomeriggi grigi e
affannati; si affacciavano alle porte le vacanze natalizie è le cose
da fare erano ancora troppe.
Paolo,un ragazzo alto e moro, era
finalmente in vacanza e decise di passare quel suo primo pomeriggio
in un grande centro commerciale, per cercare di acquistare qualche
regalo.
Il centro era pieno e molto caldo;
Paolo sentiva la sua pelle trasudare stanchezza e voglia di riposarsi
un po’.
Era rimasto single da poco, uscito da
una storia che in cui ancora credeva fortemente.
Parcheggiata la macchina nel
multipiano, decise di prendere l'ascensore, poiché le scale erano
troppo stancanti per lui.
L'ascensore era stranamente vuoto,
Paolo ne approfitto per salirci al volo.
Al piano successivo accadde qualcosa di
insperato:
una bellissima fanciulla, alta e mora,
entrò nell'ascensore e fece chiudere dietro di se la porta.
Paolo si sentì stranamente
attraversato da un brivido che gli attraversò tutto il corpo, ma
fece finta di niente per via della sue enorme timidezza.
La ragazza indossava un abito a tubo
bianco che mostrava un prosperoso seno e delle gambe slanciate;
giocava con le mani e mostrava a Paolo il suo splendido lato b.
Lui avrebbe voluto far qualcosa, ma
nulla accadde.
La ragazza, con gesto delicato,
accarezzò il tasto " stop", e l'ascensore si bloccò.
Paolo non capiva, cominciò a tremare.
Lei si voltò e gli disse: " Sento
che sei timido, ma io amo conquistarmi le cose!".
Prese Paolo dolcemente, gli legò le
mani con delle manette, e lo appoggiò alla parete dell'ascensore e
incominciò ad accarezzargli tutto il corpo con entrambe le mani.
Lui era posseduto e gli piaceva molto.
La bionda gli tocco il culo, lo
pizzicò, ed attraversando la schiena arrivò fino al collo.
Lo baciò con forza, lo voleva, lo
voleva profondamente.
Gli sbottonò i pantaloni e gli
accarezzò il pene già eretto, poi si tolse il tubino e rimase con
un perizoma nero, senza reggiseno.
Paolo stavo scoppiando,ma non poteva
muoversi.
La ragazza si chinò e dopo aver
scappellato il pene cominciò a leccargli la cappella, poi scese
sull'asta ed arrivo alla scroto.
Paolo ansimava dal piacere.
Lei lo spogliò completamente, e
incominciò a leccargli i capezzoli mentre con una mano lo
masturbava.
Dopo di che si mise a pecorina e si
fece penetrare la figa già bagnata.
Godettero entrambi e Paolo si beò
della sua passività.
Lei gridava, e lo possedeva.
Lui ansimava ed era posseduto da questa
creatura magica e maliziosa.
Il pene entrava ed usciva dal ventre
della donna e lei mai sazia lo prendeva in bocca , fra i seni,
leccava la pelle dell'uomo, lo baciava.
Lui era stravolto.
Il battito cardiaco aumentò e venne
poderosamente nella bocca della bionda donna, così come un vulcano
che erutta.
Il passaggio dello sperma era piacere
eterno, che riempivo ogni godimento, quasi fino a morire.
Poi, non sazia, fece chinare Paolo e
gli disse: "ora me la lecchi tutta! Voglio venire di nuovo!".
E Paolo senza farselo ripetere cominciò
la danza, dentro, fuori, sulle cosce e sui capezzoli.
L'attraversava, la possedeva senza
possederla,si estasiava del godimento altrui.
La donna venne presto, sazia.
Lo rivesti, accarezzandolo ancora, ma
lo lasciò lì ammanettato.
Lo guardò compiaciuta, ma
compostissima.
Gli mise in tasca il suo perizoma
bagnato.
L'ascensore si riaprì.
Nuova gente entrò, quasi non
accorgendosi di nulla.
Ma Paolo ancora portava sulla pelle i
brivido di quel piacere paradisiaco.
Ne aveva ancora voglia.
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