Durante i tre mesi estivi ci scrivemmo
lettere in un misto di inglese e di quel po’ di Italiano che stavo
imparando. Nelle risposte era sempre un po’ arido.
Avevo trovato una nuova famiglia dove
stare come ragazza alla pari, in attesa di fare i test di accesso
all’università in Italia. Tornai però prima del giorno concordato
per l’inizio del rapporto alla pari per passare qualche giorno da
sola con il mio nuovo ragazzo italiano, che mi piaceva più di
Attilio, il napoletano conosciuto a Londra l’anno prima.
Fin dal primo momento capii che c’era
qualcosa che non andava ma lui diceva di no, che tutto era come
prima. Mi portò a Sperlonga, dove alloggiammo in un grazioso albergo
sulla spiaggia. Facemmo subito l’amore ma di nuovo avvertii una
spiacevole sensazione: non era lo stesso, c’era col corpo ma non
con la testa. Era gentile ma gli mancava il calore che aveva fino a
tre mesi prima. La seconda sera, dopo avere fatto l’amore gli
chiesi cosa avesse. Dopo lunghi silenzi ammise che durante la mia
assenza si era scritto con una americana con cui aveva avuto una
breve storia un paio di mesi prima di conoscere me, e che lei,
sposata, si era separata e lo aveva invitato ad andare negli USA dove
avrebbe potuto anche specializzarsi (era laureato in Medicina da due
anni). E lui stava valutando la situazione, anzi, ne era molto
allettato.
Rimasi malissimo, piansi per un’ora.
Poi uscii a comprare un pacchetto di sigarette e mi misi a fumare
(avevo smesso da tre anni e sapevo che lui non sopportava il fumo,
quindi lo feci per dispetto).
La mattina dopo gli chiesi di andare
via di lì e di trovarmi un posto dove passare le ultime due notti
prima di iniziare con la nuova famiglia; ovviamente rifiutai casa
sua. Mi trovò una sistemazione a casa di un amico i cui genitori
erano in vacanza.
L’amico, al corrente della
situazione, ci provò subito con me, in maniera soft ma decisa. Ma
non mi piaceva. La sera tornò a casa il fratello maggiore,
trentenne, medico anche lui, ricercatore in Austria. Parlava quindi
un buon tedesco. Lo trovai subito attraente e decisi di punire
Stefano e al tempo stesso di provare a riconquistarlo.
La mattina successiva mi presentai a
colazione con un corto accappatoio senza niente sotto. Lui mi propose
un giro in macchina visto che il fratello era all’università.
Accettai subito e durante le ore che seguirono flirtai con lui in
maniera spudorata, tanto che anticipò il ritorno a casa. Ma qui
trovammo la donna della pulizie. Allora mi propose di vedere la
collezione di vini della loro cantina. Una volta lì, stappata una
bottiglia di un bianco molto buono, lo bevemmo a turno direttamente
dalla bottiglia. Poi mi baciò subito. E io risposi con calore.
Dopo qualche minuto di petting molto
spinto prese un materasso che era appoggiato al muro a lo adagiò per
terra, guardandomi per vedere la mia reazione. Non dissi nulla ma
feci capire che non avevo problemi cominciando a spogliarmi. In breve
fummo nudi e ci abbracciammo stretti, prima che sui mi aiutasse
delicatamente a mettermi distesa.
A quel punto dissi: “Ho smesso la
pillola da tre mesi e non ho niente con me…”.
Fece una faccia delusa e disse:”Neppure
io…”.
Allora gli presi in mano il membro e lo
strofinai delicatamente, portandolo alla completa erezione. Poi lo
invitai a mettersi in ginocchio sopra di me che ero supina sul
materasso in modo che lui avesse davanti le mie parti intime e mentre
io vedevo ballonzolare davanti al mio viso il suo uccello turgido: lo
afferrai e me lo misi in bocca, cominciando a leccarlo e succhiarlo.
Quasi fosse stato un segnale immediatamente dopo sentii la sua lingua
che esplorava la mia vagina, soffermandosi con maestria sul clitoride
e provocandomi sensazioni piacevolissime. Pur non essendo vergine da
più di 5 anni era il mio primo “69” e devo dire che fu molto
godibile.
Ebbi un orgasmo fortissimo e avvertii
gli spasmi che preannunciavano il suo subito dopo. Non feci a tempo a
estrarre il suo membro dalla bocca, che questo schizzò all’impazzata
prendendomi in fronte e sui capelli con lo sperma fuoriuscito.
Quando ci alzammo lui mi diede un
rotolo di carta igienica per pulirmi; io gli chiesi:”Ti è
dispiaciuto non avere con te un preservativo?”.
Ridendo rispose di no.
Il giorno dopo lui ripartì e non ci fu
tempo per un bis.
Invece preparai una bella messa in
scena per il mio ragazzo (o ex-ragazzo?). Quando mi venne a prendere
per portarmi dalla nuova famiglia avevo attrezzato la mia borsetta
con un grosso pacchetto colorato e ben visibile di preservativi,
oltre alle sigarette (avevo già deciso di smettere, ma un dispetto
in più mi piaceva farlo).
Arrivati con l’auto di Stefano sotto
l’abitazione della famiglia, tirai fuori le sigarette e me ne
accesi una; ciò facendo misi in bella mostra i profilattici, che lui
vide e fece una smorfia di sorpresa, ma non chiese niente.
Il giorno dopo mi telefonò dicendomi
che aveva parlato con l’amico che ovviamente gli aveva detto tutto
di me e del fratello (il quale anzi, partendo aveva detto di
ringraziarlo per avermi mollato al momento per lui più opportuno).
Volle uscire subito, ma io lo feci penare, e non gli diedi questa
soddisfazione per qualche giorno.
Quando finalmente ci rivedemmo mi
chiese di rimettermi con lui e disse che rinunciava agli USA.
Ne fui così felice che alla prima
occasione di intimità concessi anche a lui il 69, notando quanto era
eccitato nell’immaginare la stessa scena con l’altro. Per
premiarlo del suo ritorno con me, il suo sperma lo mandai giù, anche
se era un po’ più amaro di altri che avevo provato in passato…
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