Si chiama Alexandra e stamattina era
più euforica del solito. Si è avvicinata al mio tavolo e mi
sbatteva le tettone in faccia dicendo cazzate.
Le ho infilato la mano fra le cosce poi
l'ho portata subito in bagno e l'ho sventrata da in piedi contro il
muro.
Mentre la scopavo suonava il cellulare:
era Emanuela che, siccome non rispondevo, si è incazzata ed è
venuta in ufficio di corsa.
Quando l'ho vista entrare mi sono
alzato dalla sedia e lei ha notato che avevo i pantaloni macchiati.
Si è voltata e ha visto Alexandra che ci guardava dal corridoio.
Ha capito subito tutto.
L'ha presa per un braccio e l'ha
portata fuori nel parcheggio. Io dietro.
E' andata in fondo, dietro un furgone e
ha costretto Alexandra a inginocchiarsi. Ha divaricato le gambe, si è
spostata le mutandine e si è fatta leccare la fica mentre le teneva
una mano stretta sul collo. "Lecca o ti ammazzo, tettona troia".
A un certo punto ha cominciato a
stringerle la testa fra le sue cosce possenti sfregandogli la figa
sulla testa.
Io ce l'avevo di marmo e le sono andato
da dietro per metterglielo in culo: lei ha divaricato le gambe per
prenderlo e Alexandra si è tirata su.
Piangeva, era paonazza, sudata, ma con
le tettone durissime in pieno tiro. Mentre pompavo Emanuela guardavo
Alexandra che non si allontanava. Emanuela le ha ficcato uno
schiaffone dei suoi e l'ha girata di culo: la teneva per i capelli
con una mano e con l'altra le palpava le tette.
Alexandra non capiva più un cazzo e ha
cominciato a sgrillettarsi come una pazza.
Sono venute insieme le troie.
Mentre ancora veniva, Emanuela mi ha
ordinato di spaccare il culo alla tettona. Io l'ho messa a novanta e
gliel'ho infilato a sangue strizzandogli le poppe gonfie mentre
Emanuela si faceva leccare l'umore che le colava.
Quando dovevo sborrare, Manu mi ha
costretto a venire in faccia e nei capelli della rumena, così che la
vedessero tutti quando rientrava.
Prima di lasciarla andare l'ha presa
per il collo con un braccio e l'ha sculacciata pesante lasciandole i
segni. Poi l'ha costretta a strusciarsi su di me per farmelo tornare
duro.
Intanto si toccava da perversa qual è.
Quando mi è tornato in tiro, mi ha
preso da davanti, se l'è sbattuto nella figa e mi scopato di potenza
contro il furgone gonfiandomi di pugni ai fianchi e in faccia.
Alexandra non se ne andava, ci
abbracciava da in ginocchio avvicinando la sua faccia da porca ai
nostri bacini e strusciandoci le tettone turgide sulle cosce.
Emanuela ha fatto ancora in tempo ad
alzare un ginocchio colpendola più volte per allontanarla, prima che
sborrassimo tutti e tre uno dopo l'altro.
Mentre Alexandra si allontanava tutta
sborrata e col sangue al naso, Emanuela era soddisfatta.
Poi mi guarda, mi tira una ginocchiata
nei coglioni e se ne va con un sorriso beffardo lasciandomi piegato e
goduto come un maiale.
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