Quando Emanuela è entrata nel mio
ufficio aveva un tailleur nero al ginocchio con i tacchi: non potevo
ignorare quel fisicone atletico con un volto da diva. Occhi
affusolati, bocca carnosa su denti perfetti, gambe infinite, petto
sodo e spalle larghe.
Lei mi punta senza esitazione: "Chi
sei?", esordisce. Dopo le presentazioni, mi guarda il pacco e
decide di affiancarmi e chinarsi sul mio pc.
Io, saliva a zero e batticuore, annuso
un odore di fica intensissimo e mi sposto di poco a lato. "Tu
cosa pensi della seduzione?" E mi mostra il suo Facebook
parlando del più e del meno sui suoi amici e amiche. Non aveva foto
sue nude o scabrose, ma ogni immagine di lei sprizzava sesso da tutti
i pixel.
Se ne va, torno a casa e mi sego come
un pazzo.
Ci siamo visti ancora due o tre volte
senza scopare, apposta. Poi è venuto il gran giorno, lo sapevamo.
Coi tacchi è più alta di me. Un corpo
imponente ma flessuoso. Mi invita a casa sua e si mette subito in
intimo senza togliersi le scarpe. Niente preliminari, mi apre i
pantaloni, si prende l'uccellone e se lo infila da davanti
spostandosi le mutandine. Comincia a fottermi come un uomo, spinge
come una forsennata. Dopo un po' mi inonda il cazzo col suo umore e
mi sbatte sul letto.
Mi avrà fatto sborrare cinque volte di
fila. Esperta e potente, solo a guardarla mi ritornava sempre duro:
godeva a farsi guardare i muscoli delle spalle e delle braccia, mi
stringeva il tronco con le sue cosce possenti.
"Meno male che ce l'hai grosso,
altrimenti mi scopavo subito un altro davanti a te".
Io non capivo più un accidente,
ansimavo come un pazzo, avevo un cazzone enorme come mai e lei
torreggiava su di me sorridendo goduriosa e pompando da bestia.
Un'imperatrice totale...
Oggi Emanuela mi ha telefonato e senza
neppure salutarmi mi ha imposto di andare all'aeroporto a prendere un
suo amico.
5 minuti dopo era sotto l'ufficio che
strombazzava. Scendo di corsa ed eccola lì: 1.80 più 12 cm di
tacchi, vestitino aderente bianco senza mutande. Gli operai che
stanno facendo i lavori erano paralizzati e si toccavano i pantaloni
sbavando.
"Guida tu", mi dice e si
siede di fianco divaricando le gambe lunghissime e muscolose per
guardarsi in mezzo. "Mi sono depilata male, senti qui.."
Era bagnata come una cavalla.
Accosto lungo la tangenziale, scendiamo
e la scopo da dietro appena sotto la discesa.
E' più alta di me e fa la stronza: si
flette leggermente per prenderlo poi, quando glielo infilo, drizza le
gambe e lo fa uscire.
Alla terza volta non reggo più e
comincio a schizzarle sulle coscione. Allora se lo mette dentro e mi
fa sborrare in figa.
Poi corre verso la macchina a gambe
strette e mi dice: "Sbrigati, Marco è già arrivato e voglio
che mi scopi la figa bagnata di sborra".
Io sono gelosissimo ma quando fa così
devo obbedire.
Marco è una bestia pieno di muscoli,
pelato.
Quando sale, vado dietro, lui guida ed
Emanuela subito si china a spompinarlo. Ogni tanto si alza con quel
cazzone enorme in mano e mi guarda.
Io ce l'ho di nuovo duro.
"Ferma, ferma" ordina lei.
Scendono e lui se la inforca sbattendola addosso a un muro. Sborra
quasi subito.
Le entro io e lei adesso urla.
"Spingi bastardo, mi brucia, dai,
siii, spingi cazzone... siiii, godo, godo, godoooo"
E' un lago.
Saliamo in macchina e lasciamo Marco
lì, in mezzo alla campagna mentre piscia.
Emanuela mi guarda e fa: "Adesso
me ne scopo un altro e tu zitto".
Allora io chiamo una mia amica tettona,
che lei conosce e gliela passo.
Fa finta di essere gentile, poi chiude
e mi risbottona i pantaloni.
Quando la faccio ingelosire io,
impazzisce la stangona!
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