Iniziazione al porno di Susanna
Rebecca chiese a Susanna di
accompagnarla fuori città per andare a riscuotere dei soldi, era
stata molto vaga sul motivo e Susanna non volle insistere più di
tanto.
Arrivarono a una villa in aperta
campagna, circondata da una alto muro di cinta, quando la vettura di
Rebecca si presentò all’imponente cancello, un tizio in un
gabbiotto parve riconoscerla e azionò il meccanismo elettrico che
spalancò il cancello fra stridori e luci lampeggianti.
Dopo aver parcheggiato entrarono nella
villa da una porta in vetro sul retro e si trovarono in un ampio
salone elegantemente arredato, a sinistra c’era una scala che
saliva al piano superiore, mentre a destra c’era un corridoio.
Rebecca si diresse verso la scala, “io ho un po’ da fare ora, vai
pure in giro o aspettami qui, fa come vuoi, ma non salire sulla
scala, intesi?.”
“Ok” Rebecca le diede un bacio e
salì sculettando per le scale.
Susanna si sedette su un ampio divano,
indossava un vestitino nero molto aderente con delle spalline
sottilissime che le arrivava appena sotto le mutandine, ai piedi le
solite DocMartens. Dall’ampia scollatura del vestito spuntavano i
suoi grandi tatuaggi colorati che proseguivano lungo le braccia.
Dopo un po’, visto che non si faceva
vivo nessuno, si avventurò per il corridoio; trovò prima una porta
chiusa, poi un’altra, a un certo punto il corridoio si divideva in
due quasi a formare una “Y”, si diresse verso la parte destra
perché le era sembrato di udire dei rumori provenienti da quel lato.
Camminò incuriosita verso la fonte di quei rumori e vide una porta
aperta da cui usciva una forte luce e un gran vociare.
C’erano un paio di cameramen che
stavano effettuando delle riprese, di lato un computer portatile che
fungeva da banco di regia con una persona fissa sul monitor, poi vari
personaggi ai quali Susanna non sarebbe stata in grado di attribuire
una funzione eccetto per un tizio con un basco rosso e un foulard
della stessa tinta al collo che dal modo in cui impartiva ordini si
sarebbe detto il regista. Al centro della sala, illuminato da forti
proiettori, un lettone in cui tre bellissime trans, due bianche e una
nera, con dei cazzoni enormi si stavano scopando una rossa tutto pepe
che si dava un gran da fare con la nera che glielo sbatteva nel culo
e le altre due che si facevano spompinare a turno. A un certo punto
il regista disse “stop, cambio posizione!” la rossa notò
Susanna, “Hey bocconcino” le disse, “se vuoi vedermi scopare
devi farmi vedere i tuoi tatuaggi!”
Susanna non se lo fece dire due volte e
si abbassò subito le spalline facendosi scivolare in terra il
vestitino che scostò con un calcio, tutti si girarono a guardarla,
sul suo corpo erano disseminati molti disegni, teschi, stelle,
farfalline, tutti coloratissimi e di pregevole fattura, intorno
all’ombelico pierciato c’era una stella rossa, sopra ai seni
opulenti, anch’essi pierciati c’era un cuore alato con una corona
che le andava a finire sul collo, su un fianco aveva una pin-up
giapponese, molti disegni erano anche sulle gambe, si tolse le
DocMartens e i fantasmini rosa e mostrò le roselline azzurre sui
piedi, si sfilò il minuscolo tanga e una corona di stelline erano
poste a semicerchio intorno alla fica depilata e con tre piercing.
Poi si girò, nella schiena aveva un’enorme e intricatissima
ragnatela, e vari disegnini.
“Ma sei deliziosa!!” disse la
rossa.
“Hai mai fatto porno?” Le chiese il
regista.
“No,” rispose sentendosi quasi in
colpa Susanna, poi maliziosamente si mise un dito in bocca, “Ma mi
piacerebbe provare...”.
La ragazza dai capelli rossi le si
avvicinò e le mise una mano sulla fica e cominciò a titillarle il
clitoride, era eccitatissima e aveva la fica molto bagnata. “Dai
buttati in mezzo... George, che ne dici...?”.
“Ok ma senza penetrazione, qui siamo
molto ligi e senza certificato HIV non si può.”
“Mi sembra giusto, ma cosa dovrei
fare allora...?”.
“Ora ti spiego la scena che ho in
mente, se te la senti, altrimenti pazienza...”
Susanna sapeva che qualsiasi accettato
di fare qualsiasi cosa ma quando il regista le spiegò la scena
un’ondata di eccitazione si impossessò di lei.
“Va bene... ci sto!”.
Susanna venne fatta mettere supina sul
lettone, la rossa si mise sopra di lei a pecorina con la fica sulla
sua faccia e al ciak le due si diedero da fare con un sessantanove.
Susanna si aggrappò con le mani alle chiappe della rossa e affondava
la lingua nella sua fica depilata, poi arrivarono i tre trans, e a
turno li spompinò mentre la rossa continuava a leccarle la fica e a
infilarle le dita in culo e in fica.
A un segno del regista una delle trans
ficcò il suo cazzone nel culo della rossa, mentre la lingua di
Susanna passava alternativamente dalla fica della ragazza alle palle
della trans.
La trans venne nel culo della rossa,
uscì e subito un’altra prese il suo posto infilandole il cazzo in
culo, venne anche lei e infine la trans nera si inculò la ragazza,
con Susanna che continuava instancabile a lavorare di lingua fino a
che anche la nera venne nel culo della rossa. La ragazza alzò il
busto in modo che Susanna le vedeva la schiena, il buco di culo era
posizionato proprio all’altezza della sua bocca che aprì vogliosa,
con le mani allargò le chiappe della rossa e un fiotto di sborra
cominciò a uscire dal suo culo per finire dritto nella bocca di
Susanna che ingoiò tutto.
Questa fu l’iniziazione al porno di
Susanna.
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