I rapporti che si stringono sono meno
rigidi di quelli che ci sono tra un docente e uno studente e quindi
si arriva a conoscere bene una persona. Purtroppo di ragazze non ne
sono capitate molte di solito sono ragazzi e quelle che sono venute
fin ora o erano troppo troie da non essere desiderabili (una volta
una mi rivolse la parola mentre era seduta su un sgabello più alto
della sedia su cui ero seduto aprendomi le gambe sulla faccia certo
portata i jeans ma il gesto era eloquente) altre non avevamo grandi
bellezze fa mostrare o nascondere. L'anno scorso però e arrivata una
ragazzetta, piccola di statura, una gran chioma riccia e bionda, seni
piccoli ma sapientemente esaltati con pushup e maglioni attillati,
sedere nella media delle dimensioni e per tutto l'interno l'ho vista
sempre così. Però aveva una voce sensuale e profonda accompagnato
fa uno sguardo malizioso dietro i suoi occhiali trasparenti.
Arrivò giugno ed il brutto anatroccolo
ha deciso di mettere l'abito fa cigno. Fa caldo qui e come detto
l'ambiente è meno formale dell'università e un giorno è venuta
indossando un bel vestitino lungo fino al ginocchio, con le
bretelline e sandali con tacco: niente di succinto, era sempre un
ambiente professionale, la sorpresa stava che contro luce, il suo
abito, era completamente trasparente e lasciata intravedere bene dove
le mutandine nascondevano la sua giovane fica.
A quella vista il mio cazzo cominciò a
chiedere vendetta e voleva possedere quella fichetta, le mani
cominciarono a sudare al pensiero di poter toccare quella pelle
fresca. Forse si accorse della mia reazione e non venne più così
vestita finché qualche settimana dopo arrivai più tardi e la trovai
già a lavoro e insieme a questo una piacevole sorpresa fa scoprire.
Entrando e chiedendo lumi si cosa
stesse facendo si girò verso di me e dall'alto della mia statura
scoprii che sotto il camice non indossava niente o meglio nella parte
superiore si era denudata lasciando solo i pantaloni e questa volta
nulla fece per nasconderlo lasciando aperti gli ultimi bottoni e
indicandomi cose che la costringevano a piegarsi in avanti. In questo
modo mi aveva fatto vedere tutta la grazia delle sue belle tettine
piccole, bianche e sode e dal canto suo ammiccava sguardi maliziosi.
Devo ammettere che mi eccitai un bel
po’ ma resistetti alla tentazione di fare il suo gioco o
addirittura di saltarle addosso. Passarono alcuni giorni senza che ci
incontrassimo.
Poi, un giorno, accadde che avevo
bisogno di alcuni dati in suo possesso e dovetti per forza andare fa
lei. La raggiunsi nella stanza dove aveva la postazione di lavoro ed
entrai bussando: era seduta al pc e subito mi resi conto che lo
spettacolo era il medesimo del nostro ultimo incontro.
Indossava il camice con le sue tettine
in bella mostra.
Mi accostai da un lato per non avercela
di fronte ed evitare occhiate ma lei si fece indietro con la sedia e
mi mostrò ciò che il tavolo celava. Un bel paio di scarpe aperte
con i tacchi e le sue belle gambe a cavalcioni con gli ultimi bottoni
del camice anch'essi aperti. Cazzo non aveva niente sotto, le sue
gambe perfette, bianche (evidentemente ancora niente mare) ma, a
differenza di quando si porta un vestito questa volta non finivano
mai e volevo vedere alla loro fine cosa c’era.
E in quella posizione, in piedi di
fronte a lei, fu difficile nascondere la mia eccitazione e il mio
cazzo duro che pulsava sotto i pantaloni.
Pensai che questa volta non me la sarei
fatta sfuggire e invece fu lei a darmi buca perché dopo avermi detto
ciò che volevo fece come per fare altro e mi congedò forse perché
si era divertita abbastanza a farmi arrapare forse perché non
riteneva opportuno il momento.
Non volevo però perdere quella
occasione e per tutto il giorno le gironzolai intorno, guardandomela
e studiando i suoi lineamenti, le sue curve, carpendo i dettagli
della sua pelle, immaginando come fosse solo con la biancheria intima
tanto che ero così eccitato che ad un certo punto così in bagno e
mi masturbai sonoramente perché non ce la facevo più.
Come ogni giorno, anche quel giorno
rimanemmo soli nell’edificio per la pausa pranzo: tutti andavano
fuori a prendere qualcosa ma noi no. Mangiai il mio panino
nell’ufficio quando mi sentii chiamare da lei.
Andai nella sua stanza e mi disse di
accostarmi al pc per vedere delle cose.
Di fronte a me di nuovo quello
spettacolo riaccese il desiderio e preso da una voglia irrefrenabile
non ci vidi più, mi inginocchiai le allargai le gambe e presi a
baciarla fra le cosce mentre con le mani le sfilai gli slip.
La penetrai con la lingua quanto più
potevo mentre con le mani le tenevo i seni.
Spingevo quanto più potevo, assaporavo
il dolce nettare che fuori usciva da lei e lei mi faceva sentire la
sua approvazione con mugugni e con le mani sulla mia testa che
spingevano sempre più forte finche non si irrigidì e venne.
Un onda travolse la mia bocca, sublime
sapore di quel momento.
Mi alzai in piedi, ripresi fiato, la
feci alzare perché volevo prenderla quando mi chiese se avessi con
me un preservativo. Come se andassi con i profilattici in tasca.
Aveva paura e non voleva essere
penetrata senza preservativo.
Cosa fare allora?
La presi per le spalle e me la accostai
a me con il suo bel culo che puntava verso il mio cazzo e cominciai a
baciarla sul collo.
Con una mano percorrevo il suo petto da
un seno all’altro e con l’altra ricominciai a menargli la fica:
prima all’esterno e poi sempre più dentro fino a penetrarla con un
dito poi con due e cavolo come godeva era sempre più mia sempre più
in balia del piacere finche non cominciò ad inarcarsi in avanti fino
a mostrarmi il suo bel buchino.
Misi le mani sulle natiche e con i
pollici le allargai e feci pressione sull’ano.
Non oppose resistenza a questa cosa
anzi ansimava di piacere finche non emise un piccolo gemito quando i
pollici insieme entrarono dentro: era pronta.
Tolsi i pollici e cominciai a spingere
col mio cazzo sul buchino, andava un po’ duro ma pian piano prima
la cappella e poi tutta l’asta penetrarono in quel orifizio
stupendo.
Quando fui dentro di lei mi fermai un
attimo poi la strinsi forte a me e ondeggiai spingendo ma senza
muovermi per evitare di farla male, poi pian piano presi a pomparla
sempre con più vigore finche non venni violentemente inondandola del
mio sperma.
Rimasi ancora un attimo li dentro poi
estrassi il cazzo la aiutai a ripulirsi ci ricomponemmo ed ognuno
andò per la sua strada.
I nostri incontri andarono avanti fino
alla sua laurea.
Durante quel periodo diedi sfogo a
tutte le mie idee sessuali, mi portai dietro i preservativi
(addirittura ritardanti alle volte) e la penetrai nella fica dove
venivo spesso perché stavo anche io tranquillo che non rischiavo di
ingravidarla, pompini con ingoio a tutta birra insomma arrivai che
doveva andare via che ero esausto.
Quando ci salutammo mi disse che non ci
saremmo più rivisti e che si era divertita tanto con me ed infatti
da allora non l’ho più nemmeno sentita.
Una avventura di poche settimane con
tante soddisfazioni.
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