Ho già raccontato come sono cominciate
le cose tra noi... tutto andava per il meglio. Alla sera, appena
finito di lavorare, mi facevo la doccia e lo aspettavo in camera sua,
lui finiva di lavorare dopo di me e, quando rientrava in albergo, mi
trovava sul suo letto, allora aspettavo che si facesse la doccia per
poi andare insieme in camera mia, dove avevo il nostro letto
matrimoniale...
Come ho detto andava tutto benissimo e
così è continuato fino alla fine di luglio quando è arrivato
lui... Il "lui" in questione è un ragazzo gay che mi ha
fatto passare le pene dell'inferno ma che poi... non voglio
anticipare niente...
Questo ragazzo (S) è proprio un bel
fighetto con la faccia liscia e innocente e due grandi occhi castani.
Mi era capitato dentro di me di fare apprezzamenti sul suo aspetto ma
mai al mondo mi sarei immaginato che dietro quello sguardo innocente
si celassero voglie irrefrenabili.
S era in vacanza con la sua famiglia,
otto persone in tutto, ma una mattina, diversamente dal solito, scese
a fare colazione da solo.
Gli portai il cappuccino che prendeva
sempre e gli chiesi come mai era da solo. Disse che la sua famiglia
era andata ad un parco di divertimenti e che lui aveva preferito
rimanere in albergo. Rimasi un attimo (forse di troppo) a guardarlo
portarsi la tazza alla bocca e notai che aveva labbra bellissime, ben
delineate e carnose. Lui mi guardò e mi fece il sorriso più
malizioso che avessi mai visto. Mi sentii turbato e mi allontanai.
Per la misera com'era bello! Era proprio figo! E quel sorriso poi...
Cercai di non pensarci ma le sue labbra mi tornavano continuamente
davanti agli occhi. A pranzo, quando gli portai il piatto, mi allungò
un bigliettino, me lo ficcai in tasca, non avevo tempo di guardarlo
al momento. Lo feci quando fui in camera mia quel pomeriggio. C'era
scritto: "Se ti senti solo vieni a trovarmi, sono in camera
tutto il giorno...". Quei puntini di sospensione mi turbarono
ancora di più. Ma che si era messo in testa quel ragazzino?
Probabilmente non era neanche maggiorenne! Dovevo fargli capire che
doveva togliersi dalla testa certe idee, e poi io avevo già C...
Andai a bussare alla porta della sua
camera, mi aprì subito e spalancò gli occhi.
"Wow! Non pensavo venissi davvero,
entra".
"Sì" mi affrettai a dire io.
"Ma sono qua solo per dirti che...". Mi bloccai, in quel
momento si era tolto la maglietta mettendo in mostra il suo torace
completamente liscio. Mi stavo eccitando, in più aveva i capelli
bagnati ed era sexy da morire.
"Ascolta, io sono già
impegnato..." dissi.
"E allora? Non ti sto mica
chiedendo di sposarmi!"
Mi stava prendendo in giro, cosa
credeva, di poter fare tutto quello che gli andava?.
"Smettila dai, rivestiti".
"Ma fa caldo! Tu non ti levi mai
la maglietta d'estate? E poi che problema c'è? Siamo entrambi uomini
no?". E di nuovo mi fece quel sorrisetto malizioso e mi venne
voglia di prenderlo a schiaffi. Eppure l'eccitazione non mi passava.
Mi venne vicino "Dai spogliati
anche tu" disse allungando le mani.
Cercai di evitarlo ma ero contro la
porta, mi aveva bloccato.
"Fermati! Cosa fai?".
Lui continuava a sorridere.
"Ma smettila! E poi non mi
interessano i minorenni!" dissi.
"Ma io non lo sono" disse e,
ancora prima che me ne rendessi conto, mi aveva schiacciato le labbra
con le sue. Non riuscii a reagire, o forse semplicemente non volevo.
Cercò di infilarmi la lingua in bocca ma non glielo permisi, allora
prese a leccarmi le labbra e intanto con la mano era sceso verso il
basso afferrandomi il cazzo che io per primo mi stupii di quanto
fosse diventato duro.
"Dici che non mi vuoi eppure..."
detto questo me lo strinse tanto da farmi quasi male ma poi lo lasciò
staccandosi da me.
"Guarda" mi disse mostrandomi
la sua carta d'identità. "Quest'anno ne compio 19, altro che
minorenne...".
Ero ancora scosso dal contatto che
avevamo avuto, poi mi ripresi e gli dissi di nuovo di smetterla che
tanto non mi interessava e me ne andai. Fui un po’ brusco e mi
dispiacque.
La sera a cena non gli rivolsi nemmeno
la parola, non lo salutai nemmeno, gli portai i piatti senza dire
nulla.
Dopo il servizio lo trovai davanti alla
porta della mia stanza.
"Come hai fatto a sapere qual è
la mia camera?" chiesi ma lui non rispose.
Venne verso di me e mi afferrò tra le
sue braccia cercando di baciarmi. Inutilmente gli dicevo di smetterla
e poi di lì a poco sarebbe tornato C e avrebbe potuto equivocare.
"Riprendiamo da dove eravamo
rimasti" mi disse portando una mano tra le mie gambe. Mi eccitò
da morire, più di come aveva fatto quel pomeriggio e, senza
accorgermene, avevo allentato di molto la resistenza. Mi aprì i
pantaloni e me lo tirò fuori, poi iniziò a masturbarmi velocemente.
Mio malgrado cominciai ad ansimare.
"Allora ti piace..." disse
lui. "Adesso ti piacerà ancora di più" detto questo si
inginocchiò, avvicinò la bocca alla mia cappella, senza toccarla e
mi guardò.
"Devo continuare?" chiese, io
non risposi. Avrei voluto ma non osavo parlare.
"Se vuoi che continui devi
dirmelo...". In quel momento udii i passi di C, stava salendo in
mansarda. Staccai S da me immediatamente e mi ricomposi.
"Va via!" gli dissi
sottovoce. Lui fortunatamente capì e se ne andò.
Più tardi, dopo aver fatto l'amore con
C, gli raccontai che c'era un ragazzo che ci provava con me.
"Sarà mica quello che ho
incrociato prima per le scale?" mi domandò.
"...sì".
"Carino...prima mi ha fatto un
sorrisetto strano...".
Il giorno dopo trovai S al terzo piano.
Era sera e nei corridoi non c'era nessuno, io ero andato a prendere
una cosa per una mia collega e stavo per tornare di sotto quando lo
vidi.
"Ti ho seguito" disse col suo
solito tono da presa in giro e col suo sorrisetto che non si capiva
se prenderlo a schiaffi o baciarlo.
"Lo vedo" risposi.
"Che c'è là dentro?" chiese
indicando il ripostiglio da cui ero appena uscito.
"Niente, roba dell'albergo".
Era il ripostiglio in cui avevo fatto
sesso di malavoglia con una ragazza l'anno prima, la stessa sera in
cui ho baciato C per la prima volta.
Feci per chiamare l'ascensore ma S mi
prese la mano.
"Aspetta dai" e mi strinse.
Ogni volta che lo vedevo la mia forza
di volontà vacillava sempre di più, S non solo era bellissimo ma
anche tremendamente arrapante.
Lasciai che mi sbottonasse i pantaloni,
che mi aprisse la camicia e che mi baciasse il petto dando qualche
leccatina ogni tanto.
"Buono" disse "Più
buono del tuo amico...".
Lo allontanai di scatto "Cosa vuol
dire?".
"Il tuo amico, quello di ieri
sera, è con lui che stai no? Questa mattina l'ho visto..."
"Cosa gli hai detto?".
"Niente, volevo solo vedere se era
meno restio di te".
Corsi via e mi chiusi in camera ad
aspettare C.
"Cosa avete fatto questa mattina?"
gli chiesi senza nemmeno salutarlo.
"Intendi quel ragazzo?".
"E chi altro secondo te?".
C si stava spogliando per andare a fare
la doccia. Lo spinsi sul letto.
"Allora? Cosa ti ha fatto?".
"Ci ha provato, è un bastardello
a cui piace provocare... mi si è praticamente buttato addosso, mi ha
infilato le mani sotto la maglietta e ha cercato di baciarmi...".
Ero un po’ arrabbiato ma pensai che
non era il caso di prendersela dal momento che il giorno prima mi ero
quasi fatto fare un pompino da S.
C mi prese subito, dopo una velocissima
masturbazione mi fece voltare premendomi la testa sul letto e
alzandomi i fianchi. Mi leccò velocemente l'ano e ci spinse subito
due dita dentro.
"Piano, fa male..." dissi.
Rallentò un pò ma tenendo sempre le
dita dentro di me, pian piano mi allargai e solo a quel punto le
tolse. Appoggiò la sua cappella gonfia e soffice sul mio buco ma non
si mosse.
"Dimmi che mi vuoi".
"Certo che ti voglio! Dai
sbrigati!".
Solo un istante e C era tutto dentro di
me. Gridai per il piacere, ogni tanto a C piaceva fare così. Quella
sera fu più bello del solito sia per me che per lui perché solo
dopo pochi minuti sentii colare il suo sperma dentro il mio corpo, ed
era caldissimo. Appena tirò fuori il cazzo mi fece girare di nuovo
vedendo che anche io ero prossimo all'orgasmo. Il mio pene era al
massimo dell'erezione, turgido e venoso con la cappella tutta tirata
che non chiedeva altro di essere stimolata. C la soddisfò subito
inglobandola nelle sue fauci e succhiandola. Vedevo la sua saliva
colare lungo l'asta e gocciolarmi sui testicoli. C fece per prendermi
anche il resto in bocca ma non fece in tempo perché venni prima
gridando. C lentamente si staccò da me e, con la bocca umida del mio
sperma mi baciò. Dopodiché uscì per andare a farsi la doccia.
Appena ebbe chiuso la porta della mia stanza sentii una voce dire "Vi
siete divertiti vero?"
Non ci potevo credere! Era la voce di
S! Mi precipitai fuori dalla stanza e lo vidi. Stava appoggiato al
muro con le braccia incrociate e il solito sorrisetto bastardo sulle
sue bellissime labbra.
"Cosa vuoi?" gridai.
Il mio tono arrabbiato non lo turbò
minimamente.
"Niente, passavo di qui e vi ho
sentito...".
"Di che sei venuto apposta"
dissi io.
"Io vado a farmi la doccia"
disse C.
"Se vuoi compagnia dillo"
scherzò S.
"Voglio la sua di compagnia"
disse C indicandomi "E mi basta".
Mi affrettai a raggiungerlo in doccia,
aveva fatto bene a dire così a S, se lo meritava
"Va bene" disse S. "Allora
rimango qui ad ascoltare quello che fate"..
C chiuse la porta del bagno del
corridoio e mi disse "E' proprio insistente".
"E' un rompicazzo" lo
corressi io.
"Sembra che tu gli piaccia
proprio...hai visto come ti guarda?".
"Sì che l'ho visto...che stronzo,
si diverte a torturarci".
"E se lo torturassimo noi?".
"Cioè?".
"Gli diamo quello che vuole, ma
alle nostre condizioni... potrebbe essere interessante no?".
"Non ti capisco".
"Ne facciamo il nostro
schiavetto".
L'idea mi solleticava non poco, ma
ancora di più mi arrapava S...
"Va bene...proviamo... ma tu sei
solo mio chiaro?".
"Certo che lo sono" mi disse
baciandomi.
Uscii dal bagno ed S era ancora lì.
"Ti mancavo?" mi chiese.
"Come no... temevo potessi
sentirti solo...vieni andiamo in camera mia".
Un pò sorpreso, ma visibilmente
felice, mi seguì.
"Allora? Cosa volevi farmi
prima?".
Il suo solito sorriso malizioso si fece
più evidente, quasi cattivo. Mi spinse a sedere sul letto e avvicinò
il suo viso al mio "Sapevo di piacerti" disse "L'ho
capito subito" e mi diede una leccata sulle labbra, poi si
inginocchiò sfiorandomi il torace e il ventre con le labbra. Mi
sentivo morire, tanto era bello... Istintivamente mi portai una mano
sul cazzo ma lui me la tolse subito per sostituirla con la sua bocca.
Da sopra i boxer mi mordicchiava l'asta e i testicoli, leccava sul
tessuto e mi faceva impazzire, volevo che me li strappasse via quei
boxer, volevo che se lo ficcasse tutto in bocca e che me lo
succhiasse fino a prosciugarmi. Gli tenevo la testa con le mani per
non farlo allontanare, non capivo più niente, ogni inibizione se
n'era andata, scomparsa, come se non avessi mai avuto dubbi su quello
che volevo da S.
Non resistetti più, mi sfilai i boxer.
"Dai, sbrigati" gli dissi.
"Prima non mi volevi e adesso devo
sbrigarmi?".
Gli presi la testa e gliela posai sul
mio cazzo "Non resisto più" dissi.
"Allora ti piaccio?".
"Sì che mi piaci cazzo! Mi fai
impazzire da quanto sei bello!".
Sorrise di nuovo, come a dire 'ce l'ho
fatta' oppure 'lo sapevo' e, senza aiutarsi con le mani, spalancò la
bocca in prossimità della mia cappella per lasciare che questa
scivolasse tra le sue labbra, quasi naturalmente. Nonostante avessi
avuto un orgasmo poco prima, già sentivo che ne stava per arrivare
un altro, questione di secondi. S era magnifico, mentre mi succhiava,
avevo l'impressione che stesse succhiando il mio corpo intero, non
potevo fare a meno di gemere forte. Quando a un certo punto mi prese
i capezzoli tra le dita, il mio piacere cedette e con tre getti di
sperma gli riempii la bocca. Lui attese che i miei spasmi cessarono,
poi sollevò la testa. Era ancora più bello, con le labbra umide di
saliva e sperma e l'espressione da bastardello.
"Adesso vieni con me" gli
dissi mentre mi pulivo.
"Dove?".
"Avrai quello che cercavi, non sei
contento?".
Stette un attimo in silenzio poi, dopo
essersi leccato le labbra ancora bagnate mi disse "Certo".
Bussai alla porta di C.
"Già fatto?" chiese lui
abbracciandomi e baciandomi.
"Eh sì...eccoci qua"
dissi...
"Entrate".
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