Pompino al primo incontro
Guidavo più velocemente del solito
quel pomeriggio. Stavo andando ad incontrare Juliet finalmente.
Juliet era il nickname che utilizzava la ragazza che avevo conosciuto
su internet.
Lavorava in un negozio di dischi in
una città vicina alla mia. Erano già 4 mesi che chattavamo e
avevamo deciso che quel pomeriggio ci saremmo incontrati. Avevamo
deciso tutto sul come sarebbero andate le cose.
Era una tipa un po’ dark, capelli
tinti di nero, trucco nero pesante intorno agli occhi, qualche
piercing e un paio di tatuaggi.
Arrivato finalmente al negozio la vidi
subito. Indossava pantaloni neri a vita bassa che sembravano non
desiderare altro che scivolare giù dai quei fianchi perfetti. Sul
ventre piatto e scoperto brillava il piercing che aveva all'ombelico.
La maglietta attillata color rosso fuoco sembrava dover esplodere in
mille strappi spinta da quelle tette enormi. I capezzoli risultavano
chiaramente visibili, duri e dritti ed era come se mi dicessero "Ti
stavamo aspettando".
La musica era alta nel negozio e non mi
sentì quando la chiamai. Si voltò nella mia direzione e mi vide. Mi
fece solo un cenno di saluto, benissimo, dopotutto non ero lì per
fare conversazione...
Mi accompagnò in un piccolo ufficio
buio sul retro e mi fece sedere su una poltrona. Saltò a sedere su
di me e si tirò su la maglietta piazzandomi i suoi capezzoli in
bocca. Ero lì che succhiavo, leccavo e mordevo e intanto il cazzo mi
si era irrigidito e Juliet si strofinava su di esso mugolando. Dalle
tette passai verso il basso e la toccai tra le gambe, anche
attraverso i pantaloni potevo sentirle la figa gonfia e bagnata e
quando infilai le dita fin dentro le sue mutandine mi inzuppai le
dita ficcandogliene due completamente dentro.
Sentivo i suoi ansimi di piacere anche
sopra la musica alta, godeva ed era davvero in calore.
Quando improvvisamente mi prese la mano
con cui la stavo masturbando e la tolse capii che lo aveva fatto per
non venire subito e per fare in modo che le cose andassero come
avevamo previsto.
Mugolò anche mentre mi leccava le dita
bagnate del liquido della sua figa in calore. Mi aprì i pantaloni e
si inginocchiò. Mi tirò fuori il cazzo e rimase quasi ferma a dare
leccatine leggere sulla cappella, a quel punto le presi la nuca e la
spinsi verso di me e iniziò a spompinarmi.
Ne aveva in bocca solo un terzo ma si
muoveva velocemente, fermandosi per leccare tutto intorno. Proprio
mentre cominciavo a godere come un maiale, rallentò i movimenti.
Allora mi sporsi un po’ per spingerla ancora di più sul mio cazzo
e questa volta ne ingoiò metà. Mi accorsi che si era già ficcata
due dita dentro e le spingeva senza sosta.
Da com'ero seduto vedevo le sue labbra
umide percorrermi il bastone "Più veloce!" le dissi ma per
via della musica non mi sentii, allora glielo gridai e lei aumentò
la velocità ma facendo meno pressione sull'asta e facendomi sentire
la bocca a malapena. Sapevo cosa voleva. Afferrai la testa con tutte
e due le mani e le gridai "Succhia troia! Succhia più forte!"
e le spinsi la testa fino in fondo, finché non vidi le sue labbra
appoggiate sul mio pube. La
cappella mi sbatteva sul fondo della
sua gola. Juliet si lamentava ma godeva anche, adesso le dita se le
ficcava più velocemente. Allentai la presa sulla sua testa ma
tenendola sempre ben salda e cominciai a scoparmela in bocca. Ormai
stavo per svuotarmi e lei mugolava sempre più forte. Colpii il fondo
della sua gola col primo schizzo e vidi che non aspettava altro.
Mentre il mio cazzo finiva di svuotarsi nella sua gola la sentii
godere più forte e venire mentre si beveva il mio liquido.
Mi rialzai e mentre mi riabbottonavo
lei mi guardò leccandosi le dita che fino al momento prima erano
state nella sua figa.
Me ne andai subito. Cosa avremmo fatto
la volta successiva lo avremmo deciso su internet.
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